"Imparate dal rugby"
Dopo la proposta della lega calcio di rendere obbligatorio il corridoio tra tutte le squadre di A e B a fine partita parla Dondi
04/12/2007
ROMA (3 dicembre) -ilmessaggero.it- «Premesso che il terzo tempo è un'altra cosa, ovvero il banchetto a cui le due squadre partecipano dopo la partita, l'iniziativa della lega calcio è comunque da elogiare». Il presidente della federazione italiana rugby (Fir), Giancarlo Dondi, ex giocatore campione d'Italia con Parma, si dice contento che il mondo del pallone prenda esempio da quello della palla ovale, «e questo fa onore al calcio». «La cosa principale che devono prendere da noi, oltre a certi gesti di fair-play - dice ancora riferendosi a quanto avvenuto domenica scorsa a Firenze - è comunque l'accettazione della sconfitta, il fatto che quando si è perso, anche se non piace a nessuno, la cosa finisce lì. Così si torna a considerare lo sport per quello che realmente è».
Ma Dondi si permette anche di suggerire al calcio di prendere un'altra cosa dal rugby: «dovrebbero anche loro mischiare i tifosi, metterli tutti insieme, e non dividerli con steccati o ingabbiarli. Tutto ciò - spiega - servirebbe anche a responsabilizzare le persone, e quindi le varie tifoserie». Ma cosa pensa il presidente della federugby della volontà della lega calcio di voler rendere obbligatorio a fine partita il saluto degli sconfitti alla squadra che vince? «Se una cosa non fa parte della tradizione - risponde Dondi - e viene imposta dall'alto, non so se poi dura nel tempo».
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