Brava Italia, poi l'Irlanda dilaga nella bolgia del Flaminio
Gli azzurri in partita per tutto il primo tempo. Nella seconda
frazione si scatenano i verdi e segnano quattro mete in 15 minuti
frazione si scatenano i verdi e segnano quattro mete in 15 minuti
18/03/2007
Ma i punti dei rugbisti azzurri sono fatali alla squadra ospite
La Francia vince il "Sei Nazioni" dopo la vittoria casalinga sulla Scozia
L'esultanza di Bortolami dopo la sua meta
ROMA - Sconfitta casalinga per gli azzurri di rugby nell'ultima partita, contro l'Irlanda, del Sei Nazioni 2007. Un punteggio pesante (51-24) ma la partita non è stata umiliante. Anche se il computo delle mete è tutto verde: 8-2 per i britannici di un grande O'Driscoll, capitano coraggioso che però non si vede assegnato il titolo di man of the match (va ad Hickie). Gli azzurri restano in partita sino al termine del primo tempo (12-20), poi subiscono un parziale stratosferico (26-0, quattro mete in circa 15 minuti) ma chiudono in crescendo, con le marcature di Bortolami e De Marigny che limitano il passivo sul 24-51.
Il torneo va alla Francia: grazie alle mete italiane allo scadere e una grande prestazione contro la Scozia, i transalpini superano l'Irlanda nella classifica generale. Sia la Francia che l'Irlanda hanno infatti vinto quattro delle loro cinque partite nell'edizione 2007 del Sei Nazioni, accumulando otto punti. La differenza tra punti subiti e punti fatti che ha premiato la vincitrice del torneo. Dopo la partita dello stadio Flaminio, la Francia, che ha giocato più tardi, doveva per vincere il torneo battere la Scozia con uno scarto minimo di 24 punti. Lo ha fatto all'ultimo minuto, con una meta contestatissima(46-19 il punteggio): sfugge la vittoria finale agli irlandesi per soli 3 punti. Senza le mete subite dall'Italia nel finale, l'Irlanda avrebbe vinto il Sei Nazioni. Ma in Piazza del Popolo, dove italiani e irlandesi seguivano la partita della Francia auspicando un esito diverso, non c'è rancore e si festeggia insieme.
Per la partita degli azzurri, lo stadio Flaminio era tutto esaurito, più verde che azzurro, visto che hanno raggiunto la capitale almeno 17.000 irlandesi nel giorno di San Patrizio, molti dei quali dirottati al maxi-schermo di Piazza del Popolo. Non ci sono, nell'Italia, lo squalificato Mauro Bergamasco, il febbricitante Lo Cicero e l'infortunato Canale: come se non bastasse, Zaffiri, dopo 3', deve abbandonare il campo sostituito da Sole. L'Irlanda è subito veloce alla mano ma è un piazzato di O'Gara, al 6', a dare il primo vantaggio di un match in cui il XV di Berbizier è sempre vivo, tanto da trovare il pari al 12' con un drop di Pez dopo una lunga e pressante azione azzurra iniziata sull'out da Robertson.
L'apertura del Bayonne è ispiratissima e, al 15', colpisce con un piazzato da 40 metri. In meta, invece, vanno i britannici due minuti dopo, partendo dalla mischia, lavorando l'ovale sulla sinistra e regalando a Dempsey, che De Marigny non riesce a placcare, il compito di schiacciare. O'Gara non trasforma, Parisse e Troncon prendono colpi duri e, al 22', c'è la seconda marcatura ospite: un errore della mischia azzurra scatena il coast to coast di Horgan, che poi al momento opportuno scarica su Easterby. Il kicker verde fallisce ancora la trasformazione ma l'Irlanda è sul 13-6.
La reazione azzurra è ancora affidata al piede fatato di Pez: sua la punizione nell'acca al 25', così come un altro drop facilitato dall'inserimento di forza di Parisse. Sotto 12-13, Pez però non mette dentro il piazzato quasi da centrocampo del sorpasso e, allo scadere, è D'Arcy a punire in velocità la difesa azzurra, con De Marigny che può solo ritardarne la schiacciata. Si riparte con un cambio operato da Berbizier in mediana: dentro Scanavacca, fuori Pez.
I risultati non sono quelli sperati dal ct francese perchè l'Italia, dopo aver sprecato una ghiotta occasione al 4' (Parisse si vede intercettare l'ultimo passaggio), subisce in circa quindici minuti la bellezza di quattro mete. C'è la doppietta di D'Arcy al 6' ma lasciano il segno anche Horgan (11') e Hickie (15'), approfittando di un'Italia lenta in fase di retroguardia e senza più troppa birra nelle gambe.
O'Gara manca solo la seconda trasformazione e l'Irlanda, sul 39-12, può cominciare la sua festa. Che per l'Italia assomiglia ad una umiliazione quando, al 19', l'Irlanda riparte ancora dai suoi ventidue e O'Gara non ha alcun problema nello schiacciare e poi trasformare il 46-12 per i verdi di O'Sullivan. Gli azzurri però non si rilassano e si spingono avanti alla ricerca di una meta, che arriva al 35' con capitan Bortolami, servito da un "cross" di De Marigny.
Scanavacca non trasforma ma almeno l'onore è salvo, anche se al 38' arriva una doppietta anche per Hickie, su un break nato da un avanti non sanzionato. Finita? No, perchè nel recupero l'Italia mette il cuore oltre l'ostacolo e tiene il fiato sospeso: De Marigny schiaccia, il sudafricano Kaplan chiede l'intervento del Tmo e poi accorda la meta. Gli azzurri perdono ma evitano al Flaminio l'umiliazione.
fonte: www.repubblica.it
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