Italia: Rugby nelle scuole elementari. Il governo parte da Genova
L´idea dopo il grande successo seguito alla storica vittoria degli azzurri sulla Scozia
23/03/2007
Bollesan: c´è l´ok del ministro Melandri
Saranno utilizzati i molti campi in sintetico sparsi per la città e quasi sempre disponibili al mattino
"Vorremmo dedicare particolare attenzione all´inserimento dei bimbi extracomunitari" L´entusiasmo scatenato dai recenti incontri della Nazionale dicono abbia definitivamente convinto Giovanna Melandri: il ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive vorrebbe introdurre il rugby nelle scuole italiane, puntare sui valori morali di questo sport e farlo diventare una disciplina di riferimento nelle ore che gli studenti - in particolare i più piccoli - dedicano alla cosiddetta ginnastica. Nei prossimi giorni la Melandri incontrerà Marco Bollesan, responsabile delle relazione esterne della Federazione Italiana di Rugby. Tutto suggerisce che, a partire dal prossimo anno scolastico, gli istituti genovesi possano ospitare un primo progetto-pilota dedicato alla palla ovale. Con molte ore dedicate alla divulgazione e alla pratica, con impianti sportivi - in erba sintetica - ed insegnanti a disposizione. L´obiettivo è quello di coinvolgere il numero più alto possibile di studenti delle scuole elementari e medie inferiori: per avvicinarli ad uno sport che sia davvero ludico ed educativo, che permetta loro di divertirsi senza l´obbligo di vincere, ma con il solo obiettivo di stringere amicizia con gli altri, di imparare il rispetto delle regole.
«Confermo l´incontro con il ministro: l´idea è proprio quella di portare il rugby in tutte le scuole e condividerne il messaggio».
Gli italiani si sono entusiasmati nel vedere i giocatori azzurri battersi con coraggio e determinazione, ma soprattutto con lealtà. Senza sceneggiate, proteste, atti di violenza gratuita. Nel rispetto degli altri e di sé stessi.
«E´ l´essenza di questa disciplina, ed è quello che ci vuole per lo sport italiano. Il ministro Melandri è d´accordo. Abbiamo il dovere di far crescere in un mondo migliore i nostri bambini».
Negli anni Sessanta era un ragazzino "difficile": poi a Bollesan diedero in mano una palla ovale, diventò la bandiera del Cus Genova e della Nazionale. Diventò un altro.
«I valori morali ed educativi di questa disciplina sono noti. Vorrei cominciare con questo progetto da Genova. Dedicando particolare attenzione all´inserimento dei bimbi e dei ragazzini extracomunitari, che purtroppo a volte non trovano strutture disponibili ad ascoltarli, ad accoglierli. Nel rugby non ci sono pregiudizi, barriere: siamo tutti uguali, tutti insieme. Siamo una squadra».
Ma come la mettiamo con il problema degli impianti sportivi?
«Sono presidente della Sportingenova, la società cui il Comune ha delegato la gestione degli impianti sportivi. Oggi vedrò Marta Vincenzi, parleremo anche di sport: chissà che non ci venga in mente qualcosa. Ma l´idea di massima è di sfruttare i tanti campi in erba sintetica sparsi per la città: al mattino sono quasi sempre disponibili, ogni scuola genovese ne ha uno vicino».
Ore 9: lezione di rugby. Con il maestro Bollesan.
«Sono invitati anche i genitori degli studenti. Ma si ricordino di tenere la bocca chiusa, ed osservare: siamo qui per giocare, per imparare a vivere».
fonte: http://espresso.repubblica.it/
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