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IN RICORDO DI MICHELE ZAFFERANI
14/03/2007


“Era uno a posto” mi ha detto di Michele un ragazzo sedicenne. Sembrava una definizione buttata là da un adolescente. E invece ho capito subito che dietro questa frase così stringata c’era tutta la considerazione per un ventenne pulito, di buoni sentimenti e di valori sani. L’ho capito anche perché i ragazzi del Rugby Club me lo descrivevano come amico sempre disponibile con tutti e come grande sportivo approdato al Rugby l’estate scorsa. Perché entrare nella grande famiglia dei rugbisti significa credere profondamente nell’essenza del Rugby: cuore, onore, rispetto, coraggio, intelligenza, sacrificio e spirito di gruppo.
Nel Rugby ci si batte i campo con cuore ed onore, rispettando il compagno e l’avversario, usando testa e coraggio insieme, sacrificandosi per la squadra sapendo di poter contare sui compagni. Nel Rugby si avanza tutti insieme verso la meta, passando la palla con le mani solo indietro, tutti insieme con un gioco di squadra e di strategia comune, superando con coraggio e caparbietà la difesa avversaria. Poi tutti, vinti e vincitori, a fare il “terzo tempo”, a mangiare e bere insieme.
Michele era uno dei ragazzi del nostro Rugby Club, era uno di loro, parte integrante di un gran bel gruppo di ragazzi “a posto”. Lui con la sua faccia da bravo ragazzo che si vedeva lontano un miglio, come sulle foto di gruppo del Rugby Club. Un gruppo di ormai trentacinque atleti, che si sta preparando ad affrontare il suo primo campionato italiano, senza la certezza di un campo su cui giocare, il cui entusiasmo è la benzina per noi “più grandi” della Federazione. Michele non è un eroe, né vogliamo dipingerlo tale. Michele è uno di loro, semplicemente “uno a posto” che merita onore e rispetto per quello che è stato e per come ha vissuto.
Bravo Michele, Ti ricorderemo sempre proprio per quello che sei stato.
Complimenti ai Tuoi genitori che hanno voluto e saputo crescerTi nei principi e valori sani, lontano dall’ozio (e dai vizi di cui è padre), un ragazzo semplice, bravo e disponibile, dal nome di un Arcangelo, ma che gli amici d’infanzia chiamavano “Batuffolo”.
Grazie Michele di essere stato dei nostri. Adesso passa la palla indietro.

MARINO ALBANI


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