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Vince il Galles. Ma l'Italia è da applausi
Fonte: LiberoNews.it
15/03/2009

Sergio Parisse venerdì aveva parlato chiaro: i tifosi che vengono solo per fischiare, se ne stiano pure a casa. Il capitano azzurro può stare tranquillo, perché l’Italia di oggi pomeriggio, sotto il sole del Flaminio, ha strappato solo applausi e fatto assaporare per settanta minuti il gusto della clamorosa vittoria. E Sergio è risultato il man of the match.
Confermato in toto il XV di Mallett: Marcato, Rubini, Canale, Mi. Bergamasco, Pratichetti; McLean, Griffen; Parisse, Ma. Bergamasco, Zanni; Bortolami, Dellapè; Nieto, Ghiraldini, Perugini. È finalmente una formazione che torna a fare gioco quella italiana con la concretezza del gioco al piede di Griffen, McLean e Marcato che a turno costringono gli avversari a ricominciare da capo. Il Galles rimaneggiato da Gatland dopo la sconfitta in Francia è lezioso e con il fiatone, mentre la mischia azzurra torna a camminare come ai vecchi tempi..
Marcato apre le marcature dopo soli cinque minuti per un fallo guadagnato dagli avanti italiani che fanno assaggiare il loro peso a quelli del Galles. L’estremo trevigiano ci proverà dieci minuti più tardi con un drop da metà campo. La prima folata degli uomini di Warren Gatland si segnala al 18’ con l’apertura James Hook che trova un varco nella maglie italiane, Nieto interviene con un placcaggio alto che regala un calcio di punizione vicino ai pali, ma lo stesso Hook sbaglia.
Otto minuti più tardi il Galles passa con Shane Williams, alla settima meta contro l’Italia. Tutto inizia con il capitano A. W. Jones che sfugge a due placcaggi, l’azione continua con una lunga serie di raggruppamenti finché i trequarti d’Oltremanica non trovano lo spazio giusto per ferire: 7-3 per i detentori del titolo. Ma l’Italia è sveglia, non molla e arriva l’opportunità per accorciare: la prima linea dei dragoni rossi soffre la spinta in mischia, l’arbitro irlandese Alan Lewis fischia e Marcato segna al 31’. La scena si ripete cinque minuti più tardi ed è il sorpasso.
38’: gran pasticcio di Mark Jones che si lascia sorprendere dal calcio di McLean, la palla rimbalza a due passi dall’area di meta, Rubini arriva veloce come il vento e l’ala gallese riesce a toccare la palla annullando l’azione, ma concedendo una mischia ai cinque metri all’Italia. Il pack comincia a spingere, il Galles si organizza, un centimetro alla volta gli azzurri avanzano, ma poi rallentano il movimento del pallone. Alla fine se ne esce con un drop sballato di Marcato da buona posizione. Ghiotta occasione gettata al vento che, con il senno del poi, peserà sul risultato finale. E che rivela quanta fatica faccia la nazionale azzurra per arrivare in meta: solo una in quattro partite.
Ma l’Italia c’è (chissà dov’era finita prima) e al rientro dagli spogliatoi ha ancora ingranata la marcia giusta. Mostra il volto ad un Galles che prova a sfiancarla nello scontro fisico, ma a corto di ossigeno al cervello. Da una parte ci si difende con il coltello tra i denti, dall’altra i dragoni non sputano fuoco. Si rimane a risultato invariato fino al 56’, quando gli uomini di Mallett conquistano un calcio di punizione e Marcato allunga sul 12-7. Tre minuti dopo, Hook tiene in pista i suoi con un altro piazzato. Il Galles ora appare più organizzato e cinico, Hook ne piazza un’altro al 64’ da posizione defilata sulla sinistra e i gallesi sono di nuovo in vantaggio di un solo punto: 12-13.
Comincia la giostra dei cambi nelle file degli ospiti e la cosa peserà a fine partita. Perché se è vero che Shanklin entra al posto di un ottimo Lee Byrne appena in tempo per commettere un fallo e regalare a Marcato la punizione che ci porta sul 15-13, è altrettanto vero che due minuti più tardi lo stesso Shanklin mette la parola fine alla storia del Flaminio: è lui che corre a schiacciare in meta al 72’ quando il muro azzurro si scolla quel tanto che basta: Hook trasforma la conversione ed è l’allungo che smette di far sudare freddo lo staff tecnico in maglia rossa. Finisce 20-15. Se non altro, l’Italia è tornata a perdere con (grande) onore contro la formazione che un anno fa travolse tutte le avversarie.


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